Siamo fusi?! Per il momento no, per fortuna
Articolo sul progetto di fusione dei Comuni dell’Unione Terre di Castelli pubblicato dalla lista “Uniti a Sinistra di Spilamberto e San Vito” sul numero di settembre 2015 del periodico del Comune di Spilamberto “Il Comune Informa”.
Pare che l’ultima moda tra gli amministratori nostrani sia quella di fondere i Comuni per creare un “super-mega” comune che avrà il suo “super-mega sindaco galattico” (parafrasando il super-mega direttore galattico di fantozziana memoria). É comprensibile che per i sindaci (sopratutto i più giovani con le loro ambizioni a volte smisurate), per il Partitone (anche se sempre più malconcio) e la sua voglia di rivalsa dopo aver perso più di un “feudo” in zona, l’occasione sia ghiotta.
Si potrebbero aggirare i tanto vituperati patti di stabilità (solo per 3 anni), piuttosto che dover continuare a contestarli, inascoltati, presso il Governo composto dai propri vertici di Partito. Inoltre fanno gola gli effimeri e iniziali incentivi offerti dalla Regione e dallo Stato. Ma, come si evince da un documento della Presidenza del Consiglio (pare, che ora ci sia un certo Renzi), l’accorpamento dei Comuni è rivolto a realtà più piccole, infatti esso dice testualmente: “si ritiene fondamentale creare una dimensione ottimale, di circa 10.000 abitanti, in cui si osserva il minor costo pro capite dipendente/abitante e la miglior erogazione di servizi in un ambiente a misura d’uomo”. Anche il recente report della Corte dei Conti, nel denunciare l’aumento delle tasse locali del 22% negli ultimi 3 anni, rileva che l’aggravio è stato maggiore nei grandi centri rispetto alle piccole realtà, e chi ha goduto del minor aumento sono proprio i Comuni tra i 5 e i 10mila abitanti.
Alla fine di giugno l’Unione Terre di Castelli ha dato mandato ad uno studio per “un progetto di riorganizzazione istituzionale finalizzato alla istituzione di una ipotesi di fusione dei Comuni, formando uno o più comuni”. Come gruppo consiliare “Uniti per la Sinistra di Spilamberto e San Vito” esprimiamo la nostra contrarietà perchè riteniamo che questi esperimenti di ingegneria istituzionale arrivino a mettere in discussione quanto previsto dall’articolo 5 della nostra Costituzione. Altro discorso vale per i piccoli e piccolissimi comuni, ma anche in quei casi va comunque tenuto conto dell’estensione geografica, delle caratteristiche socio-economiche del territorio e, non da ultimo, del parere dei cittadini interessati.
Vi è poi un problema di rappresentanza democratica. Si avrà una drastica riduzione degli organismi elettivi e i consiglieri, passeranno da un centinaio a 25/30. Per noi la pluralità delle opinioni resta un valore democratico importante! Purtroppo questo trend, che tende a ridurre gli spazi democratici e ad allontanare la partecipazione diretta dei cittadini (con ottimi risultati, a giudicare dalla decrescente affluenza alle urne), non è affatto casuale ed è utile alle esigenze malcelate dei grandi poteri finanziari e delle banche. Ha fatto storia, a questo proposito, il rapporto del 23 maggio 2013 della banca J.P. Morgan che individuava nei “sistemi politici dei paesi europei del sud e in particolare nelle loro Costituzioni uscite dalle guerre contro il nazismo, inadatte a favorire l’integrazione economica”. Ecco, quindi, che dopo anni in cui si assisteva alla gara a chi era più federalista, “contrordine compagni!” (compagni si fa per dire…) avanti con il centralismo! W l’uomo solo al comando!
Come lista “Uniti a Sinistra di Spilamberto e San Vito” pensiamo sia ora di mettere degli STOP. Esprimiamo già ora il nostro parere negativo sia all’auspicabile referendum sulla fusione del Comune di Spilamberto con altri Comuni, sia al futuro referendum sulle pessime riforme costituzionali imposte da Renzi.
Lista “Uniti a Sinistra di Spilamberto e San Vito”