L’Emilia è terra di mafia, ma c’è chi non la vede
L’EMILIA È TERRA DI MAFIA, MA IL SINDACO DI FINALE EMILIA FERIOLI DICE DI NON VEDERLA. PAROLE CHE CONFERMANO L’INADEGUATEZZA A RICOPRIRE IL RUOLO DI SINDACO
Mentre la relazione della Direzione Nazionale Antimafia parla di Emilia come terra di mafia il sindaco di Finale Emilia dice che la mafia nel suo Comune non la vede. Le dichiarazioni di Ferioli in un’intervista al Carlino dimostrano una volta di più l’approssimazione con cui ha gestito un settore delicato come quello dei lavori pubblici: leggendo l’intervista, Ferioli non ha visto nulla, non si è accorto di niente, non ha vigilato. Se a tutto questo aggiungiamo che ha sempre fornito risposte liquidatorie a tutti coloro che DA ANNI ponevano problemi, è del tutto evidente la sua totale inadeguatezza a ricoprire un ruolo che richiede al contrario forte senso di responsabilità, competenze e attenzione puntuale.
Stesse riflessioni sono naturalmente valide anche per l’assessore D’Aiello, nemmeno lui si sarebbe mai accorto di nulla, mentre anch’egli ha sempre risposto in modo sbrigativo alle opposizioni che contestavano qualità dei lavori, procedure e modalità di affidamento degli appalti.
Il sindaco si domanda se doveva controllare le gare. La risposta è sì, perché avendo la delega ai lavori pubblici era suo dovere vigilare sul corretto funzionamento degli uffici mentre, al contrario, era consapevole che si affidavano appalti a ditte già escluse dalla white list.
Ma se il sindaco non ha controllato altri, al suo posto, lo hanno fatto. Due dirigenti comunali avevano sollevato molte obiezioni in merito ai pagamenti in favore della ditta Bianchini, proprio perchè esclusa dalla white list, mentre le opposizioni, da tempo, avevano evidenziato al Consiglio comunale problemi nell’affidamento delle gare e presentato esposti in Procura poi confermati dagli sviluppi successivi. Segnalazioni archiviate frettolosamente dal Sindaco e dalla maggioranza consiliare del Pd che portano evidentissime responsabilità politiche di cui dovrebbe prendersi carico.
Quelle del sindaco sono, inoltre, parole che fanno male alla ricostruzione di quegli anticorpi civici necessari ad allontanare la criminalità organizzata che si è insediata non solo a Finale Emilia, ma in Emilia Romagna. A Finale Emilia è evidentemente caduto nel vuoto l’appello del procuratore capo di Bologna affinchè ogni attore della vita pubblica si assuma le proprie responsabilità.
Stefano Lugli
Segretario regionale PRC Emilia Romagna