Aemilia e lentezza ricostruzione
L’OPERAZIONE AEMILIA NON ASSOLVE LA LENTEZZA DELLA RICOSTRUZIONE
Fra i commenti politici all’operazione Aemilia sono del tutto fuori luogo quelli, come ad es. della Segretaria provinciale del Pd, tendenti ad assolvere la lentezza della ricostruzione privata con la necessità di evitare infiltrazioni mafiose nella ricostruzione stessa.
Sono commenti fuori luogo per due motivi.
1) perché se questo era l’obiettivo è palese che non è stato raggiunto dal momento che gli ‘ndranghetisti hanno potuto mettere le mani sulla ricostruzione;
2) perché ad essere sotto attenzione della magistratura non è la ricostruzione privata, ma gli appalti milionari di quella pubblica.
Del resto, gli stessi dati della Regione in merito alla ricostruzione privata (371 milioni erogati per le abitazioni e 170 per le imprese) dimostrano che in questo ramo della ricostruzione sono girati fino ad ora poche risorse e frammentate in molti cantieri. Gli affari sono stati fatti in tutti gli step pubblici del post sisma, dallo smaltimento delle macerie fino agli appalti regionali e comunali per l’urbanizzazione delle nuove aree e l’edificazione di nuovi edifici.
Non vorremmo che questa brutta pagina servisse ad autoassolvere il sistema della ricostruzione privata che invece deve essere al più presto rivisto per renderlo compatibile con chi ha scelto di restare a vivere e lavorare nella bassa modenese. Affermare questo non significa abbassare la guardia nei confronti della criminalità organizzata, anzi.
Se si vuole invece contrastare l’infiltrazione della criminalità organizzata dalle opere pubbliche è sempre più urgente rivedere la legislazione sugli appalti per bandire la pratica delle gare al massimo ribasso e delle catene infinite dei sub appalti che, sempre più, sono la porta d’ingresso della criminalità organizzata. Su questo chiediamo un immediato intervento alla Regione.
Stefano Lugli – Segretario regionale PRC Emilia Romagna