No alla privatizzazione di AIMAG
NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DI AIMAG. RIPARTIRE DAL REFERENDUM.
Il 23 febbraio i sindaci dei 21 comuni soci di Aimag si incontreranno per discutere del futuro della società. Le ipotesi sul tavolo sembrano due: la prima, di cui si parla da mesi, è la fusione con Hera, che è già presente in Aimag con una partecipazione del 25% nel capitale, la seconda è quella di “Piacere Aimag”, una cordata di imprenditori locali che si propone come partner per la costituzione di una società mista pubblico-privato. Un assetto societario, che secondo gli imprenditori di “Piacere Aimag” risalderebbe il radicamento territoriale dell’azienda salvaguardando nello stesso tempo il ruolo di indirizzo dei soci pubblici. Legami territoriali e ruolo dei comuni che si perderebbero se si decidesse di confluire in Hera, una azienda quotata in borsa che opera in un’area vastissima, che va dall’Emilia al Friuli, e con un azionariato pubblico rappresentato da oltre 200 comuni, che per interessi diversi e la frammentazione non sono mai riusciti ad esercitare quella funzione di indirizzo e controllo, che gli competerebbe.
L’Altra Emilia Romagna ritiene tutte e due le proposte, la fusione con Hera e la società mista, sbagliate, comportando entrambe una maggiore privatizzazione di Aimag, una scelta in contrasto con il referendum del 2011 che ha visto la maggioranza assoluta del popolo italiano pronunciarsi per una gestione pubblica, partecipativa e senza profitti dell’acqua e degli altri servizi pubblici locali. Un momento alto di partecipazione democratica che nelle dichiarazioni e nelle prese di posizione sul futuro di Aimag è ignorato e cancellato.
Noi crediamo, invece, che sia proprio dal referendum e dalla sua attuazione che si debba partire per definire l’assetto societario e organizzativo di Aimag. Se non la si vuole consegnare ai capitali finanziari e speculativi e restituirla alla sua funzione originaria di strumento operativo dei comuni è necessario che il l’intero capitale sociale torni quanto prima di proprietà dei comuni soci riacquistando il 25 % di azioni detenute da Hera.
E la possibile gara del gas, e la ricerca di un partner per affrontarle, non può essere il pretesto per decisioni affrettate. Sono anni che si parla di queste gare anni ma sono sempre state rinviate. Ora si dice che il bando di gara potrebbe essere pubblicato nel novembre del 2016 , ma non c’è nulla di certo e potremmo assistere a un nuovo rinvio.
Siamo consapevoli che la ripubblicizzazione di Aimag comporterà passaggi non semplici e ostacoli, il principale dei quali è la determinazione con la quale il Governo Renzi ha rilanciato con la Legge di Stabilità e il decreto “Sblocca Italia” la privatizzazione dei servizi pubblici locali, incentivando i comuni a cedere quote delle aziende che gestiscono tali servizi, scendendo anche sotto il 51%, con la possibilità di utilizzare i proventi delle vendite fuori dai vincoli del patto di stabilità. È un ricatto da respingere perché l’acqua e i beni comuni pubblici sono risorse troppo importanti per affidarle ai mercati e alla borsa.
L’Altra Emilia Romagna – Modena