Bolognina: 14 anni fa l’incidente ferroviario
14 anni fa a Bolognina di Crevalcore in una giornata di fitta nebbia un treno per i pendolari guidato da un solo macchinista non rispettava un segnale rosso e si scontrava con un treno merci che viaggiava in senso opposto. Il bilancio fu tragico: numerosi feriti e 17 morti fra cui diversi modenesi.
14 anni fa la linea Bologna-Verona era ancora a binario unico, nonostante collegasse due città importanti sulla linea del Brennero, una fondamentale direttrice ferroviaria internazionale. Abbiamo saputo solo dopo la strage che la linea era molto pericolosa perché i tagli alla sicurezza e al personale, che in quegli anni venivano fatti massicciamente, non erano stati “compensati” da adeguati investimenti tecnologici: era stato da poco eliminato il secondo macchinista prima ancora dell’introduzione delle tecnologie di sicurezza.
La verità giudiziaria ha sentenziato che il disastro è da attribuirsi all’errore umano del macchinista, morto nell’incidente, e ha assolto tutti i dirigenti delle ferrovie imputati. Ma noi sappiamo che la prima responsabilità di quell’incidente è politica e, ieri come oggi, sta nella ubriacatura da alta velocità e nella conseguente riduzione degli investimenti per personale, manutenzione e sicurezza alle reti utilizzate dai pendolari. Solo dopo l’incidente di Bolognina i lavori per il raddoppio e la messa in sicurezza della linea Bologna-Verona, fermi da 20 anni, sono ripartiti e conclusi nel giro di un paio d’anni.
È anche per onorare le vittime di quella strage che come Rifondazione Comunista continuiamo a batterci per una mobilità pubblica sicura ed efficiente: meno TAV, più treni per i pendolari.
Stefano Lugli
Segretario regionale Rifondazione Comunista Emilia-Romagna