La fecondazione eterologa e i censori
Una vittoria, quella della possibilità anche in Italia di ricorrere alla fecondazione eterologa, che ha un sapore amaro, come sempre accade con le lotte che riguardano i diritti della persona. Ci sono sempre limiti, vincoli, eccezioni, sempre l’arroganza del potere ecclesiastico si allarga come un’ombra densa e appiccicosa sulla vita delle persone.
La fecondazione eterologa è permessa ma solo in caso di sterilità. E certo, non si poteva perdere l’occasione di mettere i puntini sulle i e di evitare che un diritto sia tale fino in fondo, sia tale, cioè, per tutte e per tutti. Quindi, procreazione ancora negata alle coppie omosessuali e a tutte le persone che non rientrano nei canoni prefissati. Esattamente come accade con l’aborto, possibile per legge ma impossibile se la maggioranza dei medici sono obiettori, con il divorzio, che c’è ma dopo 3 anni dalla separazione, comportando spese, procrastinando la vita delle persone.
Perché agli occhi del potere, quello politico mediato da quello religioso, siamo bambini, incapaci di scegliere e discernere, soffocati da padri padroni che sanno, loro si, cosa fare e non fare dei nostri corpi e delle nostre vite. La coscienza diventa cogenza. La libera scelta diventa appendice del ceto sociale. Si, perché non dimentichiamo mai che tutto ciò che è vietato è comunque permesso, basta avere i soldi per farlo. Si va all’estero per abortire e per fare figli. Basta pagare. E le coscienze dei censori placate, cullate dalla ninna nanna dei soldi che tintinnano nelle larghe tasche dei panciuti capitalisti, tacciono.
Judith Pinnock – Segretaria Prc Federazione di Modena