Gli argomenti di cui non si discute
Dal fermento che si riscontra dalle lotte e mobilitazioni che attraversano le fabbriche e i luoghi di lavoro del nostro territorio quali ad esempio Castelfrigo, Vapor Europe, Frama, Italpizza, Ceramiche Martinelli e quella tuttora in atto della Bellentani si può provare a fare alcune considerazioni.
La prima considerazione è la totale indisponibilità di tutte le forze politiche presenti in Parlamento nel voler cogliere i motivi che portano i lavoratori a manifestare con coraggio (questo si vero!) per vedere rispettati diritti e dignità (tuttora sempre meno) calpestati sistematicamente dai padroni (non sono datori di lavoro, usiamo i termini corretti) supportati sempre più spesso da azioni repressive delle forze dell’ordine. Anzi quando la politica interviene lo fa con il totale disprezzo di chi lavora, come le affermazioni del sindaco leghista di Sassuolo sulla ricollocazione in Russia dei lavoratori della Ceramiche Martinelli, con buona pace di chi tra loro lo ha votato illudendosi che fosse dalla loro parte.
La seconda considerazione è il disegno della classe imprenditoriale di soffocare, poco dopo la nascita, le conquiste sindacali ottenute grazie alle lotte dei lavoratori per riconoscere l’applicazione dei contratti che gli spettano. Gli esempi più eclatanti sono le vertenze Castelfrigo e ora Bellentani, dove gli accordi siglati vengono disattesi con un pretesto (Castelfrigo) o con cambi appalto che fanno arretrare le condizioni contrattuali a prima della lotta (Bellentani). Proprio queste premesse ci fanno guardare con grande attenzione all’accordo raggiunto nella vertenza Italpizza, perché il lungo tempo di applicazione non porti a diluirne la piena applicazione.
La terza considerazione riguarda la totale esclusione dal dibattito pubblico di temi quali la sicurezza, i diritti e il salario dei lavoratori, che oggi vivono una condizione pesantemente arretrata rispetto a vent’anni fa. A questo proposito vogliamo ricordare le morti sul lavoro, dovute alla leggerezza nella applicazione delle regole sulla sicurezza, al modo in cui vengono privilegiati tempi e numeri della produzione rispetto al benessere di chi lavora, all’aumento dell’età pensionabile senza che sia stato fatto alcun tipo di riflessione sulle condizioni di lavoro del personale ultrasessantenne. Sono temi di cui i media e i parlamentari non si occupano, espellendo colpevolmente e volutamente il lavoro dalle priorità del Paese.
Manca perciò, e tanto, uno sbocco che dia spazio ai temi del lavoro e sostegno alle lotte dei lavoratori, e su questo Rifondazione Comunista è impegnata da sempre. Perché la sicurezza non è quella che offre Salvini alimentando la guerra tra poveri, ma è la certezza di un posto di lavoro, di un salario dignitoso, di luoghi di lavoro sicuri, di diritti rispettati.
Per chiudere una nota positiva: nella mobilitazione davanti ai cancelli del salumificio Bellentani gruppo Citterio, che ha colpito 19 lavoratrici/ori di una cooperativa si è avuta l’adesione della quasi totalità della forza lavoro, composta dagli assunti diretti e da quelli della cooperativa. Unione e solidarietà fanno paura a lorsignori e sono sempre e tuttora gli strumenti più efficaci di ogni lotta.
La segreteria provinciale