La Befana comunista ha portato il carbone ai padroni della Castelfrigo
Questa mattina la Befana di Rifondazione Comunista ha portato il carbone alla proprietà della Castelfrigo. Con questo atto simbolico vogliamo manifestare tutta la nostra contrarietà al sistema delle false coop e ribadire la solidarietà di Rifondazione Comunista ai 127 lavoratori licenziati dalle cooperative Ilia e Work Service a cui la Castelfrigo aveva appaltato linee produttive per abbattere il costo del lavoro sulla pelle dei lavoratori.
Da oltre due mesi decine di lavoratori delle cooperative in appalto alla Castelfrigo, insieme alla Flai-Cgil, conducono una lotta dura e pacifica contro il sistema di illegalità e sfruttamento costituito dalle false cooperative. E noi saremo con loro finchè questo sistema su cui si arricchiscono i padroni del distretto modenese delle carni non sarà debellato. Il “gioco” è semplice: false coop gestiscono in appalto interi settori produttivi in condizione di brutale sfruttamento per cessare l’attività appena i lavoratori alzano la testa, eludendo il fisco e calpestando i diritti dei lavoratori.
Ma se la Castelfrigo è potuta ricorrere a questo sistema è perché la legislazione glielo consente. Perché se nel distretto modenese delle carni – come in tante altre parti d’Italia – siamo arrivati a condizioni di nuovo caporalato e neoschiavismo questo è dovuto ad una progressiva degenerazione legislativa del mondo del lavoro che consente condizioni di illegalità a norma di legge. È infatti con il jobs act che nel 2015 è entrata in vigore la depenalizzazione del reato di somministrazione fraudolenta di manodopera, che ha sostituito la sanzione penale con una modesta sanzione amministrativa. Un provvedimento che ha spalancato definitivamente le porte alle false coop e ad agenzie interinali spregiudicate che “vendono” manodopera sotto costo.
E vogliamo censurare anche il vergognoso accordo sottoscritto dalla Cisl che prevede l’assunzione, peraltro a termine e attraverso un’agenzia di lavoro interinale, di chi ha continuato a lavorare (iscritti Cisl per la stragrande maggioranza) e condanna al licenziamento quei lavoratori che con lo sciopero si sono battuti per i diritti di tutti. Con quell’accordo la Cisl accetta che questo sistema resti immutato, e si mette dalla parte delle aziende, come la Castelfrigo, che vi fanno ricorso sulla pelle dei lavoratori e della collettività.
Rifondazione Comunista ritiene che, oltre a garantire il posto di lavoro per tutti i lavoratori coinvolti nella vertenza, occorra anche intervenire modificando radicalmente le leggi che permettono l’esistenza delle false coop e che ne hanno fatto uno degli strumenti più avanzati di sfruttamento dei lavoratori.
Parteciperemo alle elezioni politiche con la lista Potere al Popolo, e attraverso essa continueremo a batterci per l’abolizione del jobs act e di tutte le norme consentono queste forme di sfruttamento.