Legge urbanistica: inascoltate obiezioni e proposte della sinistra modenese
Comunicato stampa unitario delle forze politiche della sinistra modenese.
Con l’approvazione della nuova legge urbanistica regionale di ieri pomeriggio si è messa una pesante pietra sulla storia della cultura urbanistica dell’Emilia-Romagna.
È purtroppo finito il periodo di buon governo del territorio, durante il quale lo sviluppo urbano veniva deciso dal pubblico per rispondere alle vocazioni territoriali, ai rischi naturali-ambientali, alle dotazioni dei servizi e con politiche attive tese a contrastare la lievitazione dei costi dell’edilizia dovuti alla speculazione fondiaria.
Da ieri, per volontà del PD e con l’appoggio di Forza Italia, è iniziata una nuova era in cui lo sviluppo urbano è lasciato all’iniziativa privata che opera esclusivamente secondo la propria convenienza privata e la rendita fondiaria.
Avevamo presentato proposte per evitare tutto ciò ma sono state respinte, si è persa l’occasione di adeguare l’impianto della legge alle necessità della collettività e non agli interessi di pochi. Sul tema centrale del “consumo di suolo” resta un periodo transitorio di eccessive concessioni, restano troppe deroghe al limite del 3% che comunque si somma alle previsioni di edificazione esistenti (250 km2 previsti dagli strumenti vigenti. Inoltre non viene ripristinato il necessario ruolo centrale delle Pubbliche Amministrazioni (in particolare dei Comuni) nella pianificazione urbanistica. A ben poco, infatti, servirà la contrattazione dei Sindaci che, negli accordi operativi, non avranno di un vero potere contrattuale.
I partiti e i movimenti della Sinistra modenese (Altra Emilia-Romagna, Articolo UNO MDP, Campo Progressista, Partito Comunista Italiano, Per Me Modena, Possibile, Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana) avevano svolto a giugno un convegno per elaborare proposte emendative alla legge urbanistica: con la collaborazione di professionisti e rappresentanti delle associazioni ambientaliste. I contributi emersi, integrati negli emendamenti presentati dai consiglieri regionali della sinistra, avevano permesso di elaborare una sostanziale riscrittura del testo di legge che puntava ad eliminare le criticità presenti nella proposta della Giunta regionale.
Anche questo tentativo è stato vano: il Partito Democratico, prima in Commissione e poi in Assemblea, ha scelto di ignorare le proposte della sinistra e di procedere all’approvazione, ottenendo così l’astensione di Forza Italia che, infatti, ha colto importanti segni di deregulation e motivato il proprio voto di appoggio al PD, con la significativa dichiarazione “Oggi il PD vira verso la tutela degli interessi del privato”.
I consiglieri regionali delle forze di sinistra hanno votato unitariamente contro l’approvazione. In questo senso, come denunciato da Legambiente e dalle associazioni dell’ambientalismo, appare surreale che il PD parli di legge taglia-cemento, ancora più incomprensibile, al netto del markenting politico, da parte di Bonaccini dichiarare lo “zero consumo di suolo”.
Siamo alle solite, il PD va avanti a destra senza ascoltare, un mix di presunzione e isolazionismo che avrà non poche ricadute negative sulla gestione del territorio e politiche.
Ora l’impegno della sinistra si sposta nei Comuni. Sarà compito dei nostri consiglieri comunali sfruttare i pochi margini di decisione rimasti per ridurre al massimo il consumo di suolo nel periodo transitorio e vigilare perché residui margini di competenza dei consigli comunali trovino piena applicazione.