Anche a Modena l’alternativa al Pd può essere solo antiliberista
Dal giugno scorso si stava lavorando ad una lista unitaria della sinistra che avesse l’ambizione di diventare un quarto polo alternativo alle destre, al M5S e al Pd. Si è partiti dal cosiddetto “manifesto del Brancaccio”, presentato da Anna Falcone e Tomaso Montanari, due tra i più autorevoli promotori dei comitati referendari per il no al referendum costituzionale del 2016. Sapevamo che il cammino sarebbe stato irto di difficoltà, ma non avremmo mai immaginato che ad interrompere questo processo fosse la scelta di tre partiti – MDP, Sinistra Italiana e Possibile – di avviare parallelamente un percorso autonomo che ha già un nome e un simbolo e che il 3 dicembre si appresta ad incoronare un proprio candidato presidente del consiglio. Una scelta che esclude, di fatto, Rifondazione Comunista e tutte e tutti coloro che senza alcuna tessera di partito hanno guardato con speranza alla radicalità della proposta avanzata e partecipato alle assemblee territoriali credendo in un processo unitario che portasse ad un’alleanza tra cittadini e partiti.
I punti critici della lista di Bersani, Civati e Fratoianni a noi paiono evidenti. Doveva essere una lista unitaria, e non c’è Rifondazione Comunista. Doveva essere una lista con la società civile, e i tre partiti si sono spartiti preventivamente le quote delle candidature. Doveva essere una lista di rottura col Pd e Bersani dà appuntamento a Renzi dopo il voto. Doveva essere una lista con un profilo di radicale alternatività rispetto alle scelte passate, e la bozza di programma presentato non prevede nemmeno l’abolizione della riforma Fornero delle pensioni e la cancellazione del vergognoso pareggio di bilancio in Costituzione.
Ma se il “Brancaccio” è stato chiuso a seguito dell’accordo di vertice tra MDP, Sinistra Italiana e Possibile, non vengono meno le ragioni e i contenuti maturati in quell’esperienza.
Proprio per questo abbiamo già avviato il percorso per la costruzione di una lista della sinistra antiliberista, nettamente alternativa al PD prima e dopo il voto. Perché serve costruire la sinistra, non riproporre il centrosinistra. (guarda il video dell’intervento di Maurizio Acerbo all’assemblea al Teatro Italia di sabato 18 novembre 2017).
A seguito di questi sviluppi la segreteria provinciale modenese di Rifondazione Comunista si è riunita per discutere le implicazioni sulla situazione locale, perchè per noi l’unità è un valore, ma non a prescindere dai contenuti. E diventa difficile immaginare futuri percorsi comuni se MDP, Sinistra Italiana e Possibile presenteranno, come pare, un programma che non sarà né di alternativa né di autocritica rispetto all’appoggio dato da MDP a tutte le scelte neoliberiste che noi continuiamo a considerare scellerate. Scelte prima annunciate dal governo Berlusconi, poi realizzate dal governo Monti ed infine radicate dal PD attraverso i governi Letta, Renzi, Gentiloni.
Prima della recente precipitazione, ci eravamo trovati totalmente in armonia con Sinistra Italiana e Possibile, ben prima che i fuoriusciti dal Pd fondassero MDP. Abbiamo sperato fino all’ultimo di esserci sbagliati e che un percorso condiviso antiliberista e alternativo al PD fosse possibile almeno sul territorio, ma siamo stati smentiti dall’avvio anche a Modena di un percorso separato rispetto alla direzione comune fino ad oggi seguita.
Le chiarissime parole del capogruppo di MPD, Paolo Trande, volte a rassicurare la sostanziale fedeltà alla giunta Muzzarelli da parte di MDP SI, Possibile, ci fanno capire che la ricerca di convergenze e l’interesse ai bisogni delle persone sono solo apparenti. Come si può pensare, infatti, che persone davvero impegnate contro l’impoverimento del welfare e della sanità, la cementificazione della città e la privatizzazione dei servizi pubblici appoggino a livello locale una giunta che sostiene l’esatto contrario?
Noi di Rifondazione Comunista siamo, ormai da diversi anni, all’opposizione del Pd, e continuiamo a ritenere necessario preparare per tempo un’alternativa di sinistra per le elezioni del 2019, come i buoni risultati delle liste unitarie della sinistra a Castelnuovo, Pavullo e Finale Emilia ci insegnano.
Anche se ormai è chiaro pure a livello locale il percorso di contiguità al PD intrapreso da MDP, SI e Possibile, noi di Rifondazione Comunista continueremo responsabilmente a dare la nostra disponibilità e il nostro impegno nelle iniziative condivise già avviate, per non far venir meno il nostro appoggio a chi vive in situazioni di maggior disagio e precarietà, come ad esempio la cena di solidarietà per lavoratori della Castelfrigo prevista per il 16 dicembre.
La segreteria provinciale