Autostrada Cispadana, esposto all’Anticorruzione
La battaglia di Rifondazione Comunista contro l’Autostrada Cispadana non si ferma. Il segretario regionale di Rifondazione Comunista Stefano Lugli, assieme ad altri attivisti del Coordinamento cispadano NO autostrada, ha presentato un esposto all’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC) per chiedere la verifica di alcuni passaggi del complesso iter amministrativo relativo alla realizzazione dell’Autostrada Cispadana. Di seguito trovate l’articolo della Gazzetta di Modena del 14 luglio 2017.
Cispadana, un esposto all’Anticorruzione
M5S e Rifondazione scrivono a Cantone: «Interessi dubbi, gara discutibile e project financing a rischio»
La commissione Via sta analizzando le osservazioni di comitati, politici e cittadini al tracciato della Cispadana; la maggioranza di Finale è contraria all’autostrada e anche quella di Novi ha già espresso forti perplessità. Ora, sul progetto che andrebbe finanziato in project financing e che la Regione e lo Stato vorrebbero vedere accantierato in pochi anni, penderà anche un esposto all’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, firmato dai deputati M5s, Vittorio Ferraresi e Michele Dell’Orco, i consiglieri comunali di Finale e San Felice, Stefano Lugli (Rifondazione Comunista) e Massimiliano Fortini e dall’attivista pentastellato Carlo Valmori.
«Abbiamo ritenuto che nel percorso autorizzativo dell’autostrada Cispadana – scrivono – vi siano aspetti di rilevanza che lasciano perplessi e che vanno approfonditi; chiediamo che l’Anac verifichi se vi siano aspetti che pregiudicano la regolarità dell’iter. La gara venne svolta tra la proponente Autobrennero ed un solo competitor, la Società Italiana per Condotte d’Acqua Spa; peccato però che tra loro risultino da tempo consorziate e ciò pone seri interrogativi sul rispetto dell’obbligo del confronto competitivo, visto che il loro rapporto consolidato non può escludere che gli stessi possano aver concordato la strategia per perseguire obiettivi condivisi e alterare così gli esiti della gara. Il project financing utilizzato prevede che sia il privato, Autostrada Regionale Cispadana (Arc), a finanziare l’opera, come è sempre stato dichiarato dalla Regione, in cambio di una concessione pluriennale che esclude la gara successiva per la gestione dell’opera stessa. Peccato che poi, in sede europea, per evitare la gara pubblica per il rinnovo della concessione della A22 ad Autobrennero, si è dovuto “promettere” la ripubblicizzazione della società Autobrennero, che di Arc ha la maggioranza; vi è l’obbligo, come più volte sottolineato anche dal ministro Delrio, di avere il 100% delle azioni in mano ad enti pubblici. Modificando le quote societarie in Autobrennero, quindi a cascata nella società Arc, a finanziare l’opera sarebbero in gran parte capitali pubblici, con buona pace della “finanza di progetto”; i rischi del fallimento gestionale, come prevedibile, sarebbero poi a carico dai cittadini. Si potrebbe quindi ipotizzare il caso di un uso distorto del project financing, un espediente di elusione del patto di stabilità. Infine che dire del fatto che il presidente della Arc, Graziano Pattuzzi, è stato nominato da Autobrennero immediatamente dopo la aggiudicazione della gara, con un sincronismo talmente perfetto da sembrare un automatismo? Dal momento che Pattuzzi ha avuto un ruolo determinante nel favorire l’iter dell’autostrada al tempo in cui era presidente della Provincia di Modena si chiede se non si ritenga che il passaggio di attori protagonisti dell’ambito pubblico all’ambito privato possa escludere qualsiasi possibile conflitto di interesse».