No alla riapertura del CIE di Modena
Nel giorno in cui una ragazza ivoriana muore nel Centro di Prima Accoglienza di Cona (VE), le città di Modena e Bologna sono in lizza per l’apertura di un nuovo CIE, dopo che il Ministro Minniti ha annunciato l’intenzione di aprirne uno in ogni regione. I CIE hanno rappresentato il punto più disumano delle politiche migratorie e il governo Gentiloni ha aperto la strada per riportare il paese al peggio della Legge Bossi-Fini.
Al contrario di Minniti noi pensiamo che i CIE attivi vadano chiusi e trasformati in strutture di accoglienza non detentive. I CIE sono strutture inefficienti, costose e con condizioni di trattenimento lesive della dignità umana e indegne di un paese civile. Riaprirli non aumenterà la sicurezza dei cittadini e non faciliterà le espulsioni, ma servirà solo a inseguire la destra sul terreno della paura e della guerra tra poveri.
Di CIE si muore, e da quando queste strutture sono state aperte sono almeno 25 le persone morte nei CIE per suicidio, violenze, mancati soccorsi; decessi e violenze si sono registrati anche nelle strutture di Modena e Bologna e non vogliamo riaprire una pagina che pensavamo fosse chiusa per sempre.
Rifondazione Comunista dell’Emilia Romagna si opporrà a qualsiasi decisione di riaprire carceri speciali nelle nostre città e continuerà a battersi per politiche migratorie che abbiano il centri il rispetto dei diritti umani.
Stefano Lugli – Segretario regionale Rifondazione Comunista Emilia-Romagna
Link utili per chi vuole approfondire:
Che cosa sono i Cie e perché non servono
Il centro per migranti di Cona: 620 persone in mezzo al nulla, giugno 2016